World Malaria Day 2023 - Giornata mondiale contro la malaria

martedì 25 aprile 2023
World Malaria Day 2023 - Giornata mondiale contro la malaria

Come in più occasioni abbiamo analizzato, ci sono malattie anche molto gravi trasmesse all’uomo dalle zanzare e che ne fanno il più letale killer tra gli esseri viventi per numero di vittime all’ anno. La più nota è senza dubbio la malaria, che stando ai dati diffusi dalla World Health Organization (OMS, Organizzazione mondiale della Sanità) miete oltre 400mila vittime all’anno. Per queste ragioni una strategia di lotta alle zanzare deve essere centrale nella pianificazione di tutte le amministrazioni ed enti locali e delle autorità competenti; la sensibilizzazione a livello globale contro il problema della malaria si è concretizzata con l’istituzione da parte della stessa OMS sin dal 2007 della Giornata Mondiale contro la Malaria, celebrata ogni anno il 25 aprile. La Giornata mondiale contro la malaria 2023 sarà contrassegnata dal tema “Time to deliver zero malaria: invest, innovate, implement”. All’ interno di questo tema, l’OMS si concentrerà sulla terza “I”, ossia realizzare, e più nello specifico sull’ importanza fondamentale di raggiungere le popolazioni emarginate con gli strumenti e le strategie oggi disponibili.

La lotta contro la malaria

La lotta alla malaria prevede interventi che si svolgono in più ambiti, dalla prevenzione al trattamento, con il coinvolgimento dei leader politici e del personale sanitario che devono cooperare per il raggiungimento di un fine comune: eliminare questa malattia.  Secondo dati dell’OMS il continente africano è quello più problematico, in quanto è il focolaio del 90% dei casi di malaria e decessi ad essa collegati, ma la malattia è diffusa in tutte le zone tropicali e subtropicali.
Negli ultimi anni molti passi in avanti sono stati fatti e nuovi paesi si sono man mano aggiunti alla lista dei paesi malaria free. Di contro alcuni paesi presentano nuovi casi di malaria da importazione, dovuti ai viaggi sempre più frequenti e ai flussi di migrazione.
La strada per sconfiggere la malaria è ancora lunga e tortuosa.
I singoli obiettivi da perseguire sono ovviamente ridurre i nuovi casi di malaria, ridurre la mortalità,  prevenire il ritorno dei casi di malaria in tutti i paesi in cui è stata debellata, cercare di portare più paesi possibili nella lista dei malaria free.
Per la lotta alla malaria ci sono a disposizione varie “armi”, dall’uso di insetticidi e presidi come le zanzariere, ai test diagnostici, fino ai medicinali antimalarici e ai vaccini.
Uno dei problemi principali è che purtroppo ci sono ancora milioni di persone che non hanno accesso alle cure.
Una arma fondamentale per la lotta alla malaria è rappresentata dalla diagnosi precoce che può essere effettuata con test rapido o osservazioni al microscopio: questa seguita da un’adeguata terapia farmacologica può fare la differenza nella cura di questa malattia. Il farmaco che ha dimostrato più efficacia è la terapia combinata a base di artemisina.
Esiste anche una terapia preventiva rappresentata da farmaci e da vaccini che si sono dimostrati efficaci se somministrati prima dei 36 mesi. Le linee guida dell’OMS raccomandano di fornire trattamenti preventivi per ridurre il rischio di infezione prima di tutto nei gruppi a rischio come donne in gravidanza e bambini al di sotto dei 5 anni.

Oltre al trattamento farmacologico dei casi, gli altri strumenti a disposizione per il controllo della malaria sono come abbiamo già accennato la prevenzione che può essere fatta usando presidi come zanzariere, insetticidi, repellenti per insetti, e infine indossando vestiti lunghi e chiari per proteggere il corpo dalle punture della zanzara Anopheles.

Quale zanzara trasmette la malaria?

Sappiamo che non è direttamente la zanzara a causare la malaria, poiché questo insetto in realtà è il vettore con cui la malattia si diffonde. La puntura della zanzara è responsabile di veicolare un protozoo parassita del genere Plasmodio, un organismo unicellulare che è la vera causa della malaria. Questo piccolo organismo si replica all’interno dei globuli rossi dell’uomo, e ciò avviene quando la zanzara con la sua puntura rilascia il plasmodio dalle sue ghiandole salivari. Il plasmodio entra nel circolo sanguigno della preda causando la malattia, che si manifesta da 7 a 15 giorni dopo la puntura, con sintomi che includono febbre, mal di testa, vomito, diarrea, sudorazione e brividi. Nel lungo periodo la malaria a causa della progressiva distruzione dei globuli rossi, porterà anemia e febbre ricorrente, fino alla morte nei casi più gravi.

La zanzara che trasmette la malaria è la femmina del genere Anopheles. La zanzara adulta è simile agli altri tipi di zanzara e vive in media due settimane. Queste zanzare abitualmente sono crepuscolari e notturne, quindi questi sono gli orari più a rischio per contrarre la malattia.
Nel mondo ci sono circa 400 tipi diversi di zanzare Anopheles, ma circa 60 sono quelle che trasmettono la malattia. Gli individui adulti vivono e si riproducono in ambienti con temperature di circa 18 gradi e con molta umidità e presenza di acqua. Le femmine hanno bisogno di sangue per la maturazione delle uova.
La femmina si infetta pungendo un soggetto portatore, il plasmodio dopo lo sviluppo si anniderà nelle ghiandole salivari della zanzara, andando a liberarsi alla successiva puntura.

La malaria in Italia

La malaria è stata endemica in Italia fino al 1950, qualche caso sporadico si è verificato ancora negli anni 60, ma nel 1970 l’OMS ha inserito l’Italia nella lista dei paesi indenni da malaria.

Oggi questa malattia nel nostro paese è soggetta a notifica obbligatoria ed esiste un sistema di sorveglianza per valutare annualmente la situazione. I casi di malaria registrati in Italia sono poche centinaia all’anno e sono tutti riconducibili a importazione, ossia legati al rientro di viaggiatori da paesi dove la malaria è endemica, e all’immigrazione. Le zanzare del genere Anopheles sono ancora presenti in Italia, soprattutto lungo le coste e sulle isole delle regioni mediterranee, ma sono poco numerose e poco attive, e si ritiene che non ci sia un effettivo rischio di nuove epidemie autoctone.

Per quanto riguarda i casi di importazione, questi rappresentano sicuramente un campanello d’allarme che deve invitare tutti alla prudenza e soprattutto a seguire le linee guida. È importante fornire tutte le indicazioni a chi viaggia verso i paesi in cui la malaria è endemica, come la profilassi da effettuare con farmaci prima durante e dopo il viaggio, e le raccomandazioni sull’utilizzo di repellenti per zanzare, di abiti lunghi e leggeri per coprire la maggior parte del corpo, e l’uso di zanzariere impregnate di insetticida.
Al rientro bisogna segnalare al medico eventuali sintomi riconducibili alla malaria per un intervento tempestivo.
Infine per un ottimo funzionamento del sistema di sorveglianza è necessario che ci sia comunicazione tra le varie Regioni sui casi conclamati.

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