Virus West Nile in Italia, primo caso del 2023

mercoledì 26 luglio 2023
Virus West Nile in Italia, primo caso del 2023

Nelle prime settimane di luglio l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha diffuso un bollettino che segnalava il primo caso del 2023 di Febbre del Nilo Occidentale (West Nile Disease) in Italia. Essendo infatti attivo un Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle arbovirosi, anche nel caso di donazioni di sangue vengono attuate delle verifiche e nella provincia di Parma un donatore è risultato infetto. Le autorità locali dell’Emilia Romagna erano già in guardia perché la patologia era già stata riscontrata come circolante tra le specie animali e tra i suoi vettori, ma in più i controlli a livello nazionale avevano già segnalato proprio tra i vettori e nell’avifauna la presenza del virus in ben 6 regioni.
Rispetto agli altri anni a quanto pare il virus ha iniziato a circolare con un certo anticipo perché i primi riscontri di positività tra le specie animali incluse le zanzare si sono manifestati già a maggio, e ciò deve senza dubbio spingere i cittadini a mantenere un elevato livello di allerta evitando in ogni modo possibile comportamenti in grado di favorire la proliferazione delle zanzare. Proprio sul nostro blog abbiamo già analizzato i rischi e le problematiche connessi con il virus West Nile o febbre del Nilo Occidentale, ma sono in molti a chiedersi anche perché ci stiano verificando con maggiore frequenza e in periodi in parte atipici questi contagi.

Numeri dei contagi in crescita: perché accade?

Ci sono rischi concreti e tangibili per la nostra salute connessi con le zanzare, e persino il Centro Europeo per la Prevenzione e il controllo delle Malattie (ECDC) ha sollevato un chiaro allarme dopo aver analizzato la questione dell’epidemia di febbre dengue in Argentina e la conseguente importazione involontaria in Europa da parte di viaggiatori e turisti. I casi di arbovirosi risultano in netto aumento anche a causa delle avverse condizioni climatiche per via delle emergenze idro-geologiche scatenate dalle recenti esondazioni e frane, condizioni che facilitano la circolazione delle malattie infettive trasmesse dalle zanzare le quali trovano maggiore terreno fertile per riprodursi, ma non deve essere sottovalutato tra le concause nemmeno l’aumento delle temperature a livello globale che crea condizioni ideali e favorevoli e una finestra temporale allungata per la vita attiva delle zanzare.

Come si contrae l’infezione e i suoi sintomi

Diffuso praticamente in ogni continente, il virus della West Nile Fever (WNV) ha tra i suoi serbatoi principali gli uccelli selvatici e le zanzare: sono queste ultime a trasmetterlo poi all’uomo attraverso le punture, mentre non esiste contagio da uomo a uomo.
La sintomatologia è leggera e include nei casi peggiori febbre, mal di testa, vomito o nausea associati a dolori muscolari e sfoghi cutanei, con un’incubazione che può variare da 2 fino a 20 giorni. Solo i casi più gravi e in persone con dei seri deficit pregressi il virus può scatenare complicazioni di tipo neurologico. Deve in ogni caso restare alto il livello di guardia per un virus che nel nostro paese è endemico e che impiega poco quindi a incrementare periodicamente la sua diffusione tra la popolazione, e vanno attuate tutte le procedure di prevenzione e profilassi.

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